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Personaggi Storici

Personaggi Storici - LA VESCOGNA
LEONARDO DA VINCI (1452-1519)

Leonardo da Vinci fu accolto a Milano da Bartolomeo Calco che all' epoca ricopriva la carica di Primo Segretario Ducale alla corte di Lodovico il Moro. Fra la pimavera e l' estate del 1482 giunge in città con l' intento di occuparsi di progetti di ingegneristica, idraulica, apparati militari, architettura ed infine di pittura e scultura per rimanervi fino al 1499. 
In questo periodo egli frequentò il feudo dei Calchi  soggiornando in una delle diverse dimore che la famiglia possedeva sul colle della Vescogna di cui, a quei tempi, la più importante era quella chiamata Castellaccio al cui interno si è conservata una sala a volte e lunette affrescata con un delicato motivo a fronde intrecciate con chiaro rimando alla decorazione leonardesca della "Sala delle Assi" al Castello Sforzesco di Milano.
Durante il suo secondo soggiorno milanese, dal 1505 al 1513, sotto il governo di Luigi XII°  (il suo primo mecenate Lodovico il Moro aveva già dovuto lasciare il potere) frequentò ancora la zona dell' Adda.
Nel 1509 Leonardo è a Lecco per studiare la navigabilità del fiume: se ne trova riscontro nel Codice Atlantico, nel quale ipotizza un canale di collegamento tra il lago di Como ed il fiume Lambro attraverso i laghi di Oggiono e Pusiano, progetto però ritenuto impraticabile. Leonardo si occupa anche del sistema di dighe tra Brivio e Trezzo ed è convinzione di alcuni esperti che in molte delle sue opere sia comunque presente il paesaggio lecchese con espliciti riferimenti alla Grigna, al Resegone, al San Martino, alla Valassina (". . . che ha gran ruine e cadute d' acqua" come la cascata della Troggia in quel di Introbio), a Mandello, all' Altolario in genere.
Di grande suggestione il Traghetto di Imbersago attribuito proprio ad un progetto vinciniano contenuto in un disegno dei "Fogli di Windsor" (1478-1518), il cui funzionamento è assicurato da un robusto dispositivo di traino a fune che srutta lo scorrere della corrente.
(rif."Lecco e la sua provincia-K.Sala"; "Adda anima lombarda-Buratti,Fumagalli,Mavero")
(ill."Porto della Canonica di Vaprio-Fogli di Windsor-Royal Collection")

 
FRANCESCO SFORZA (1401-1466)
  
Francesco Sforza nasce a San Miniato nel 1401 e passa la sua infanzia a Firenze e alla corte ferrarese degli Estense. Al seguito del padre acquisisce fama di valoroso condottiero e nel 1425 entra al servizio di Filippo Maria Visconti, Signore di Milano di cui sposa nel 1441 la figlia Bianca Maria. Nonostante il matrimonio i rapporti tra le due forti personalità rimasere sempre tesi, tanto che nel maggio del 1446, un editto del duca rendeva noto che lo Sforza era suo nemico dichiarato. Il 3 agosto 1447 il duca Filippo moriva e Milano fu teatro di violenze e saccheggi; perfino i contadini della Brianza piombarono in città per fare bottino.
Il 14 agosto la dinastia viscontea venne sostituita dall' Aurea Repubblica Ambrosiana che strinse alleanza con gli storici nemici di Venezia per combattere Francesco Sforza che reclamava il possesso del ducato.
Dopo continui cambi di scenari ed alleanze, alla fine del 1449 le truppe sforzesche occupavano le alture nei pressi dell' Adda, feudo dei fedeli alleati della famiglia dei Calchi. Da Milano si ordinò che armati si recassero a Monza e da qui cercassero di congiungersi con le truppe veneziane che stavano costruendo un ponte a Brivio attraverso il quale far passare i rifornimenti destinati alla città. Francesco Sforza decise di affrontare i nemici impedendo a quelli sul monte di San Genesio di scendere a Calco e ai Veneziani, che erano al di là del fiume di attraversarlo. Convocati i suoi comandanti in paese illustrò il pericolo di essere preso tra due fuochi. Con una improvvisa marcia che si svolse in una freddissima notte ed in grande silenzio, si diresse verso la valle di Rovagnate e Sirtori sorprendendo i nemici. Poche squadre di armati furono lasciate a Calco per controllare le mosse dei Veneziani che ne approfittarono per assaltare il colle di Vescogna che fu coraggiosamente e strenuamente difeso da Giovanni Calco fino al vittorioso ritorno dello Sforza.
Persa ogni speranza il presidio del San Genesio scese dal colle e i Veneziani ripassarono il fiume il 1° gennaio del 1450.
I milanesi ormai stremati si arresero a Francesco che il 25 marzo 1450 con la moglie ed il figlio Galeazzo Maria, entrava solennemente a Milano venendovi proclamato duca.
Negli anni si dimostrò buon governante, modernizzo la città e creò un efficente sistema fiscale; la sua corte divenne un importante centro artistico e culturale in cui i rappresentanti della famiglia Calchi ebbero importanti e prestigiosi incarichi.
(rif."Brivio al di qua e al di la dell' Adda-G.Medolago";"Storia di Monza e della Brianza-A.Bosisio,G.Vismara")
   
 
  
BARTOLOMEO CALCO (1434-1508)

Bartolomeo nacque nel 1434 da Giovanni Calco, probabilmente a Milano.
Egli era notaio alla corte ducale quando nel dicembre del 1476 Galeazzo Maria venne assassinato e la moglie Bona di Savoia si trovò ad assumere in nome del figlio Gian Galeazzo di soli sette anni, il governo dell Stato. In questo compito fu aiutata dal Consiglio Segreto del Castello, un organismo di cui Bartolomeo presto divenne segretario e in seguito il più fidato membro. Favorì il ritorno in città di Lodovico Maria Sforza detto il Moro che in breve esautorò dal potere il nipote e la duchessa confinandoli a Pavia.
Con il titolo di Primo Segretario Ducale si occupò degli affari di stato con responsabilità per gli affari esteri: apriva le lettere dei principi stranieri, disponeva le risposte, dirigeva il carteggio con i ministri delle corti italiane ed europee e trattava i problemi di maggiore importanza direttamente con il duca che spesso si trasferiva con la corte per le battute di caccia presso i possedimenti brianzoli dei Calchi sul colle di Vescogna per riposarsi dalle "immani fatiche" che la sua carica comportava.
Il progetto culturale del Moro riflette la tipica e perfetta figura del principe rinascimentale e Bartolomeo, uomo di lettere e cultura oltre che fine politico, ne era il naturale esecutore. Riorganizzò le scuole dello stato, favorì le arti e la cultura, chiamò Bramante e Leonardo da Vinci alla corte di Milano e protesse gli artisti. "Raffinato intellettuale elogiato dai grandi del suo tempo. . ."
Morì nel 1508 e la sua tomba è custodita nel sepolcro gentilizio della famiglia dei Calchi nella Chiesa di Santa Maria della Passione in via del Conservatorio a Milano.
(rif."Dizionario Biografico degli Italiani-Edizioni Treccani"; "Calchi.it")

TRISTANO CALCO (nato?-1515?)

Tristano Calco nacque probabilmente poco prima della metà del XV° secolo da Andrea e Maddalena Caimi.
Godette della protezione del cancelliere Bartolomeo Calco e fu impiegato nel Consiglio Segreto del Castello. Del 1489 è il suo primo componimento a carattere storico a cui ne seguirono in celebrazione dei matrimoni alla corte ducale.
Dopo la morte del Merula venne incaricato da Lodovico Sforza di proseguirne l' incarico di redigere la storia dei Visconti. Iniziato il lavoro egli rinunciò a continuare il testo secondo l' incarico ricevuto ma volle ricominciare l' opera dall' inizio trasformadola da storia di una famiglia in storia di uno Stato. La sua "Mediolanensis Historiae Patriae" che va dalle origini di Milano al 1322 ricostruisce con secca obbiettività e sulla base della documentazione disponibile le origini dei Visconti rifiutandone la trattazione agiografica e manchevole da un punto di vista storico del suo predecessore; il suo latino è semplice ed elegante, efficace nella sua strigatezza.
Per le ricerche archivistiche condotte in preparazione della sua opera egli godette della massima collaborazione della autorità e usufruì di lettere di presentazione e di salvacondotti del Moro per archivi, biblioteche e privati nel ducato e fuori di esso.
Pare che durante il lavoro Tristano venisse a Calco, in quella parte alta del paese che si chiama Vescogna, a ritemprarsi delle fatiche dello scrivere.
Il Calchi non vide pubblicata la sua opera che fu edita a Milano soltanto nel 1627.
(rif."Dizionario Biografico degli Italiani-Edizione Treccani)

GIUSEPPE GHISLANZONI (1896-1918)

Giuseppe Maria Emilio Carlo Alessandro, figlio di Carlo e Alessandra Serassi nasce in Vescogna il 22 dicembre 1896.  
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale entra nella Regia Aereonautica frequentando la scuola di pilotaggio di Pisa e quella di Busto Arsizio. Nel gennaio del 1916 è al fronte e dopo essersi rimesso da un incidente aereo, gli viene assegnato un aereoplano Nieuport-Macchi Ni.10.
Con la 70.ma Squadriglia caccia, nella quale prestò servizio anche l' asso Francesco Baracca, la mattina del 26 febbraio 1918 decolla dall' altopiano di Asiago ma in seguito ad un' avaria del motore deve rientrare alla base per il cambio del velivolo. Tenta nuovamente di raggiungere i compagni di squadriglia ma viene intercettato da aerei austriaci con i quali ingaggia un combattimento. Viene sopraffatto e precipita nei pressi di Melago, perdendo la vita.
Per questa azione gli viene conferita la Medaglia d'argento al Valore Militare con questa motivazione:
"Abile pilota, eseguì numerose ricognizioni, dimostrando alto sentimento del dovere e sprezzo del pericolo. Assegnato ad una squadriglia di caccia, diè, in varie circostanze bella prova di ardire e di calma. Il 26.2.1918 partito in crociera, avendo perso di vista i compagni di pattuglia a causa delle cattive condizioni atmosferiche, ed essendo stato attaccato improvvisamente da tre apparecchi nemici, oppose, da solo, valida resistenza, finchè colpito a morte da proiettili di mitragliatrici, cadde con l' apparecchio in fiamme". 
A Giuseppe Ghislanzoni è intitolato dal 1930 l' Areo Club di Como.  
(rif."Decorati al Valore Militare della Prov. di Como-Editrice Historia")

G.Ghislanzoni

G.Ghislanzoni - LA VESCOGNA

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